PortfolioDUE2014 - Rock, Psichedelia, Jazz

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Un disco che si muove con eleganza in molte direzioni.

Ci sono persone che nella vita hanno trovato un centro, ce ne sono anche alcune che non hanno nemmeno mai avuto bisogno di cercarlo, ci sono persone che seguono una linea retta che li porti in un posto che già sanno qual è, e poi ci sono persone che girano, deviano, si fermano, camminano, corrono, tornano indietro, si guardano intorno alla costante – l'unica della loro vita – ricerca. Ho l'impressione che i Portfolio appartengano a questa categoria di anime in (in)costante cammino, di menti in perenne allerta, pronte a catturare stimoli e ispirazioni, da qualunque parte arrivino.

Che sia una canzone glam non particolarmente famosa, una lezione di ginnastica ritmica o un vecchio documentario su Lenin, tutto può servire, quando si tratta di dare nutrimento alla creatività. Tutto può servire per fare un disco che come parola chiave ha scelto “movimento”: il movimento lento suggerito dall'easy-listening di “Beauty” e “Riviera”, quello ginnico e vagamente marziale imposto dalla voce “motivazionale” che in “To the right” entra inaspettatamente a cambiare l'atmosfera di quello che per i primi minuti è stato un cristallino pezzo post rock, i movimenti sullo schermo di un film in bianco e nero che trova una nuova voce negli archi e nelle chitarre (fra cui quella di Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò) della lunga suite “Three Songs About Lenin”.

Il movimento di un album che va in molte direzioni, dalla wave psichedelica della cover di “Criminal World” dei Metro al pop “adulto” e jazzato di “Chi vince regna”, un album sfuggente e seducente, da seguire con pazienza in tutti i suoi percorsi e deviazioni, come una di quelle persone faticose da mettere a fuoco e per questo interessanti.

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La recensione DUE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-12 00:00:00

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