Cantautore scuola anni 90, più ombre che luci.
Leonardo è un cantautore di quelli come funzionavano negli anni 90, prima dell'ondata del nuovo cantautorato e dopo la fine di quello vero. Dunque ha una bella voce, qualche bell'idea di arrangiamento ma i testi lasciano a desiderare. Il suo timbro ricorda Ivano Fossati, la sua scrittura per niente. Adora la rima baciata e nella title track "L'anarchia della ragione" ce la propina per tutto il pezzo. "Fantasmi" è un bel singoletto, spensierato, in levare. "Questo Amore" e "Immagini" ricordano gli Stadio ed il secondo Battisti, ed è il percorso nel quale Leonardo si trova più a suo agio. Rosica un po' nei testi, da "Il Vicino" a "La Multa". L'erba del vicino è sempre più verde, ma se cammina nel giardino pesta delle merde" è un grande no, senza appello. "Mina vagante" con l'arrangiamento in stile Gabry Ponte, è un altro grande no. Meno canzoni, testi più ispirati e potrebbe essere un album godibile. Così, invece, ci sono più ombre che luci.
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La recensione L'ANARCHIA DELLA RAGIONE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-23 00:00:00
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