Livello medio tendente al basso
Non nascondo un fastidio profondo e tarlante per i gruppi che usano a sproposito le K nel nome. Kamera Kubica, perché non Camera Cubica? Mi rendo conto che KK come abbreviazioni è meglio di CC che fa subito forze armate, ma il fastidio resta. Aggiungiamo anche il fatto che l'album non brilla per originalità, e il danno è fatto.
Il disco omonimo dei KK è una prova di pop/rock che ha dalla sua di avere delle buone melodie (“Chissà se sei quella che sei”), certi sprizzi ritmicamente frizzanti (“Non buttarti giù”), alcuni spunti freschi e ben suonati e arrangiati (“Se salperai”), ma spesso si porta dietro certe pesantezze di rockaccio ingenuo, come “Il ponte di novembre” e fa degli errori tattici in scaletta, per esempio mettere all'inizio due brani molto molto deboli come “Sono solo” e “Budapest”, entrambi indefinibili accozzaglie di chitarre dal sound ultra superato (rock dei peggio anni '90 nel primo caso, acustico da parrocchia nel secondo) e ritornelli ai limiti dell'irritante.
Dalla presentazione che essi stessi fanno del disco (“Un concept album: la vita, l'amore, la morte...”) non mi aspettavo inoltre testi particolarmente brillanti, ma neanche certe banalità alla vascoliga tipo “La vita è dura”. Chiudere le vocali ogni tanto poi, non è vietato dalla lingua italiana. Livello medio/basso, collocabile tra i concorsi per gruppi emergenti e le tribute band da pub.
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La recensione Kamera Kubica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-24 00:00:00
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