Se fosse vero che le domande contano più delle risposte, questo sarebbe un lavoro davvero pregevole, perché suscita una moltitudine di interrogativi. Che iniziano tutti con: perché?
Perché dovrei ascoltare queste canzoni? Sì, naturalmente la domanda vale per ogni disco e ogni canzone del globo, ma ci sono casi in cui più si ascolta e più ci se lo chiede, senza giungere a nessuna conclusione soddisfacente.
Perché dovrei ascoltare queste canzoni? Forse perché mi compiaccio al pari della band di aver fatto gli studi alti e aver visto “Il settimo sigillo”? Forse, ma è una soddisfazione ben povera, visto che il compiacimento dura giusto il tempo di ricordarsi che, con Google, in due secondi anche chi non è acculturato quanto noi potrà esprimere apprezzamento per le citazioni di Bergman e Guido Cavalcanti e per la Madonna con Bambino del Maestro dagli occhi ammiccanti in copertina (questo l'ho trovato su Google).
E quindi perché? Perché mi piace la musica che vuole darsi un tono postmoderno, neoclassico, raffinato, un po' dandy, ironico, alto e al contempo pop... e però risulta saccente e fredda quanto povera di inventiva - nonostante una pretesa ricercatezza sonora - e per di più funestata da una voce che per essere molto generosa definirò poco espressiva?
A pensarci bene, forse mi sto facendo troppe domande, e la risposta esiste ed è banale: no grazie.
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