Una voce dalla provincia
Quando provieni da certe realtà l'arte è lo sfogo più immediato e concreto che hai per evadere con la testa. Realtà chiuse, piccole e limitate. Le province italiane sono uno di quei luoghi, tante volte protagoniste di sfondi letterari e cinematografici, di storie e racconti della vita italiana, luoghi che incantano per la loro incoerenza. Da una parte ti opprimono, dall'altra danno la forza di emergere e la possibilità di scappare via, nonché di avere una visione sulla società a volte più lucida di un qualsiasi abitante di una qualsiasi metropoli. Quell'opportunità è lì, a disposizione, pronta per esser colta.
Slibe ha iniziato a cercarla qualche anno fa e con "Davide Vs Golia" ha cristallizzato la voglia e la necessità di distinguersi dai gironi più statici della sua di provincia: "il mio è un debito" esordisce in "Intro", un debito nei confronti dell'arte e della musica che gli hanno permesso di sfogarsi contro un Golia apparentemente indistruttibile ma che a guardarlo bene è pieno di punti deboli.
In poco più di mezz'ora Slibe cerca di raccontare il suo rapporto con questo mostro, la sua resistenza, le sue illusioni, le speranze e le rinunce, arrivando a fine viaggio con due conclusioni in mano. La prima è una certezza e in qualche modo un punto di arrivo: Slibe non ha soluzioni ("avessi soluzioni pratiche le userei, avessi soluzioni belliche sparerei"), non ha formule universali per salvarsi dal piattume di una certa società, lui ha trovato la sua strada, la maniera per dare sfogo al suo malessere e piano piano va avanti trovando le risposte, le sue risposte. La seconda conclusione è una domanda e quindi anche un punto di partenza: "non è che faccio il messia ma è sempre Davide contro Golia e la ragione non so dove sta / non è che faccio il messia ma è sempre Davide contro Golia e la ragione chi cazzo ce l'ha?". Così si chiude "Davide Vs Golia", con un punto interrogativo che verosimilmente darà vita ad altre indagini, ad altre strade da percorrere. La chiave è sempre una, il confronto, il dialogo, l'uso della parola.
Davvero un bel lavoro quello di Slibe, un lavoro onesto, con i suoi limiti e i suoi punti di forza che rendono il tutto ancor più umano, perché se l'arte è davvero il frutto del nostro essere, è normale abbia dei pregi e dei difetti, e la domanda finale illumina questa sincerità che con la sua ombra oscura tutte le possibili alternative. La tecnica del rapper al microfono e la scelta delle strumentali completano il quadro, rendendo l'album estremamente compatto e, nonostante la presenza di un paio di brani copribuche, coerente nel rispettare l'idea di fondo. Non resta che attendere un prossimo capitolo e scoprire che risposte ha riservato la vita di Slibe a quell'ultimo quesito.
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La recensione Davide Vs Golia (L'album) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-30 00:00:00
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