una rappresentazione sincera di orecchiabilissime amenità
C’è un confine sottile, quasi impercettibile, tra l’essere ridicoli e quel piglio stravagante che ti fa diventare di culto per alcuni: non so neanche bene cosa sia, ma è davvero un battito di ciglia, un accento che si sposta, un passo di un millimetro in più. I Mitici Gorgi riescono, grazie a questo je ne sais quoi, a creare atmosfere punk, strutture electrowave, sapide mosse d’avantgarde sperimentale con testi che si muovono tra nonsense, ironia, pseudodemenzialità seducente: una mistura originale e fresca che ti prende subito, e ridi e balli e sai benissimo che non c’è più di quel che vedi, ma soltanto una rappresentazione sincera di orecchiabilissime amenità.
Da “Mungila” che celebra il sano latte di mucca su tappeti di elettronica minimale e chitarre distorte, a “Campacavallo” che è una vera e propria hit, che parte oscura col basso in prima linea e poi regala un ritornello irresistibile che mescola la new wave più pop con un testo fatto di ipotesi surreali; il punk tiratissimo di “Waiting Songa” dove, come nella migliore tradizione del genere, non si capisce una parola, la jazzistica e brevissima “Venerdì Film” coi suoi scibididuapduap, l’orientaleggiante “Zenzero” che pare un incrocio tra “Punk Islam” e un qualche incubo di Vinicio Capossela.
Chiara Fantozzi e Federica Camiciola, anime folli di questo progetto, danno vita a un lavoro che certamente spiazza ma alla fine convince: uno spettacolo divertente, ben suonato, interpretato nel modo giusto, sempre a un passo dal ridicolo, ma con quel millimetro in più che lo rende un capitolo importante dell'assurdo.
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La recensione In the Gorgi show di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-18 09:30:00
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