Gioia e rivoluzione. Ottimo esordio che mette insieme afro-beat e ritmi brasiliani
Adesso vive a Bologna, ma è brasiliana di Salvador de Bahia, si chiama Nilza Costa e di mestiere fa la cantante, cosa che prende maledettamente sul serio, sostenuta da una voce veramente possente e alquanto ammaliante.
"Revolution, Rivoluzione, Revoluçào" è il suo album di debutto, inutile dirvi di cosa parlano i testi. Ciò che colpisce maggiormente sono sonorità e ritmi: un concentrato musicale che parte naturalmente dall'Africa per passare a Bahia e li sostare tra la sua gente, le loro storie, che spesso hanno il sapore della miseria, della rabbia o della speranza. Buonissima world music che trova i punti di forza nella prima traccia, "Obanixa", canzone dalla melodia suadente che unisce bene sonorità africane con i ritmi brasiliani e che trova il punto di forza nella buona tecnica vocale di Nilza; "Obanixa" è un hymne à la vie rigenerativo e spirituale, ben sostenuto dall'ottimo chitarrista Federico Codicè.
"Africa" è un pezzo afro-beat originale con arrangiamenti jazzati a volte utili, a volte un pò forzati, ma sempre posizionati all'interno di una finestra sonora che sfocia in un lirismo e in una musicalità più che interessante. "Soberania Popular" è il pezzo di denuncia sociale più marcato dell'album, una patchanka rebel con la revoluçao dentro, con un sax alto che sembra uscito da un ensemble di Michael Nyman e che duetta con violino e chitarra con disinvoltura e affiatamento, sempre sostenuto da percussioni mai troppo di contorno.
Nove tracce per poco più di trenta minuti: la consapevolezza di essere di fronte a un buon prodotto musicale, essendo un debutto, e a un'artista che sprigiona i propri sentimenti (anche politici) con naturalità e passione.
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La recensione Revolution, Rivoluzione, Revolução di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-25 00:00:00
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