Tutto fuorché un'arma da dj set
Vedi che alla fine le cose non stanno mai come sembrano. Uno crede che Doner Music debba occuparsi solo di musica pensata per il dancefloor, nelle sue declinazioni più esotiche (moombahton) o tamarre (trap) o tutt'e due le cose insieme (sempre la moombahton di prima), e invece il buon Fish (dico lui per comodità visto che si tratta della sua etichetta) ti tira fuori questo ep di Akroama che è tutto fuorché un'arma da dj set. “Goodbye dear Ester” è infatti un'apertura serena in stile Brian Eno; “Ghost's telephone” è una melanconica offerta ambientale al filone delle telephone tracks (tipo “One” di Harry Nilsson ma anche “Quando la linea della vita risulta occupata” di Dargen D'Amico); “Empty place, empty half” una jam strappalacrime fra una talk box daftpunkiana e ancora il Brian Eno di prima; “People of the 110” una perfetta ballata per un remake spacey di “La boum” di Pinoteau con Sophie Marceau; similmente la successiva “A kiss under the UV light”. La rapida “Switch On” chiude il tutto su un groove vagamente dubstep cavalcato da arpeggi altrettanto vagamente barocchi. C'è una certa leziosità soprattutto nelle scelte timbriche (i vari glocknespiel o vibrafoni digitali presenti quasi in tutti i brani) ma tutto sommato avercene di uscite così.
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La recensione Under The Skin - EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-05-29 00:00:00
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