Con “Rapporto allo specchio” Il Terzo Istante chiude la trilogia su EP dedicata al presente – a questo giro da intendersi come scrigno di complicata quotidianità – dopo averlo sviscerato, nei due capitoli precedenti, nelle sue più metafisiche e collettivistiche implicazioni.
Tra i 4 episodi di questo EP troverete, dunque, umanissimi momenti di vita vissuta – nel bene e nel male – intrappolati tra le pieghe di un alt-rock piuttosto discontinuo per compattezza e resa emotiva: alti e bassi, insomma, a riempire un tirato quarto d’ora dove gli interessanti spunti lirici e le versatili chitarre – impattanti o d’atmosfera a seconda del bisogno – si smarriscono, rispettivamente, all’interno di un’interpretazione fin troppo anemica – nel raccontare miserie, fallimenti personali, slanci d’amore e solitudine – e di un calderone sonoro che procede per convenzionali sbalzi di tensione, tra ruvida frontalità elettrica, concilianti aperture pop e decorative pulsazioni elettroniche (i Ministri non sono poi così lontani).
“Sto dai miei” e “Rapporto allo specchio” incarnano la metà buona del disco, quella dove la band piemontese riesce a delineare al meglio le coordinate di ciò che potremmo rubricare, a tutti gli effetti, come una sorta di fugacissima auto-analisi di gruppo in chiave rock.
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