Disco di maniera che non ti emoziona neanche un po'
Alessia d'Andrea ha una carriera di tutto rispetto, punta a più mercati (ha in cantiere un disco americano, ne ha già fatto uno per il Nord Europa, ha fatto un duetto in Sud America, cito la bio) ha esperienza nella dance con Molella e un'album prima di questo con musicisti di tutto rispetto (collaboratori dei Depeche Mode, di Phill Collins, di Robbie Williams e molti altri ancora).
Come sia riuscita a fare un disco così noioso rimane, dunque, una cosa abbastanza spiazzante. Ma andiamo per gradi: la voce è bella, ha la sua ampia gamma di sfumature, è capace di essere più aggressiva come di scendere nelle note basse senza per forza assumere quel tono finto-confidenziale che il più delle volte non ha né forma né colore. Voce che ricorda Fiorella Mannoia, da una parte, Marina Rei dall'altra. Le ricorda per la cadenza delle parole, per come le sottolinea, per alcuni giochi di metrica e gli arrangiamenti certamente non aiutano. Perchè va detto, questa somiglianza non depone a suo favore, non è una principiante e sarebbe lecito aspettarsi fin da subito un marchio di fabbrica ben riconoscibile e personale. Certo ci sono delle eccezioni, "La musica gira", con quel piano anni 90 ricorda Tori Amos ma poi si smarca tra i registri in maniera più creativa. Ma dopo tutto il disco è difficile avere un ricordo preciso, e pochissime strofe rimangono in testa.
I testi sono abbastanza anonimi, con momenti dove affonda nel romanticismo più classico, e altri dove appare meno ingessata ("Blu Occhi", "Il Gatto che Abbaia"), putroppo non è mai nulla di veramente incisivo. E, purtroppo, lo stesso va detto anche per le produzioni: che si aggirano tutte tra un pop-rock-blues abbastanza anonimo, con delle spinte più elettroniche in alcuni casi, più soul in altri, sono sempre povere di idee e difficilmente stupiscono, soprassedendo su quello spoken word su base elettronica, lievemente dubstep, sul quale invece non si dovrebbe aver pietà. Un disco di maniera, che non coinvolge praticamente mai.
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La recensione Luna d'Inverno di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-07-02 00:00:00
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