Soprattutto quando ci si trova di fronte a canzoni di ragazzi giovanissimi, bisogna drizzare le orecchie e ascoltare bene. Altrimenti si rischia di non dare la giusta attenzione a un gruppo di cui si sentirà parlare in futuro. E questo potrebbe essere il caso dei fiorentini Marasma, al loro secondo EP con “Una Luce Accesa”. Si tratta di un classico quartetto rock, formato da batteria, basso, chitarra e voce più chitarra. Interessante il gioco di parole presente nel titolo della traccia d'apertura, “Resta In Posa (R.I.P.)”, con un testo contro l'insistente ricerca dell'apparire in cui il potente ritornello ha un'arguzia e uno stile alla Bluvertigo (“Tu che ingoieresti anche swarovski, se gli scatti in cui ti svesti, apparissero di più”) ma purtroppo risulta piuttosto confuso all'ascolto. I Marasma sono poi particolarmente a loro agio in ballate ritmate con climax ascendenti come “Eva” e “A Metà”, con liriche sentimentali e atmosfere alla Negramaro. “Carta Bianca” è un felice esperimento, in cui testo e musica si fondono perfettamente: il brano ha una carica tutta sua, uno stile personale, e il risultato è sicuramente piacevole anche perché frutto di una rielaborazione della forma-canzone, con strofe urlate e rock seguite da un ritornello più melodico, con tanto di assolo finale, il tutto accompagnato da parole delicate ma graffianti: ci piace. “Come non sono”, in chiusura, è una somma di tutte le sfaccettature del sound rock-pop della band.
La produzione è da migliorare ma la voce e la tecnica sono buone; la band potrà limare e curare l'orecchiabilità dei pezzi ed eliminare le poche ingenuità dei testi. Insomma sul percorso che faranno i Marasma c'è ancora da lavorare ma merita tenerli d'occhio.
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