CANEDA FA SCHIFO. EVVIVA CANEDA.
Dalla memorabile strofa in “Ragazzo d’oro” con Guè, che fu la più grande spiegazione rap di un colore ben preciso, ricordate?
ti frego all'ultimo, Benny Blanco latte macchiato?
No grazie, bianco Bella serata ieri?
No in bianco Tu pisci scuro? Io bianco
Dicevo da quel momento lì, e dal seguente scazzo con un paio di rapper romani famosi per essere muscolosi e per essere morti subito dopo, insomma: la discesa di Caneda è stata verticale. Come un bukkake.
Però aspettate a farvi il seghino, perché voglio dire che mentre scende a velocità esagerata l’ex writer dei 16K si sta disegnando un modo tutto suo di italianizzare il rap della Maybach con quel gusto un po’ da neomelodico che finirà per piacere ai pusher calabresi che vivono a San Donato più che ai fans di Rocco Hunt. O quantomeno a Giorgia, la cantante. Anzi sentite cosa vi dico: Caneda è il Giorgia del rap italiano.
Alla gente fanno sempre più schifo le sue canzoni al punto che non se ne può fare a meno, è roba sempre più sua, sempre più lontana dalla mappa. Questo significa che il rischio depressione personale è altissimo. Però scusa: e Bukowski allora? Ehm. In ogni caso il consiglio del medico qui è come da canzone nuova: “non smettere anche se il mondo ti ha chiesto di smettere”. Cioè in giro ci sono i video di Mirko Oro, non so se mi spiego. Quindi "evviva Caneda", uno di noi. Caneda uno di noi.
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