La Uncompressed Mind Mill esordisce con questo lavoro di jazz acustico condito di elettronica della nic: neg conference, ensemble di cinque elementi, luogo di provenienza San Giovanni in Persiceto, provincia di Bologna.
Non facile ricordare il nome del gruppo, quanto immediato ed efficace il titolo del disco:'Mex', ossia, naturalmente, il Messico.
La 'conference'lo colloca tra punti cardinali diretti da un lato (la voce sola del subcomandante Marcos e quella colletiva del popolo di san salvador atenco), filtrati dall'altro dalla sensibilità di altri: la frontiera letteraria di Cormac McCarthye quella 'per immagini' di Sam Peckinpah, le liriche di Octavio Paz.
Il tutto tradotto in un linguaggio musicale che ha in Charles Mingus e Charlie Haden le sue stelle polari: riferimenti tanto solidi da meritare un omaggio esplicito ('Good bye pork pie hat' è proprio un brano di Mingus) Un caldo contrabbasso seduce e avvolge nei momenti più intensi, steso su un tappeto di batteria ugualmente soffusa (dietro alla quale siede Alberto Melega): oltre alla cover già citata, in 'La venada' e 'The Crossing', a fargli da contraltare, in un'alternanza quasi sistematica, loop e campionamenti, che aprono il disco con 'Cabeza' e lo chiudono con 'Camina y habla'; tra le due, 'Pobres' e 'Tierra' completano la solida componente di impegno civile del disco. A fasi rciordare sopra le altre sono la malinconica 'Calle de la noche triste' e la solare 'Alameda', colorate di suggestioni latine, mentre in 'Dignidad' sono i 'fiati' (curati da Mauro Manzoni, Daniele Giardina e Alex Meroli) a prendere il sopravvento.
Disco abbastanza travagliato, 'Mex' registrato sul finire del 2001, ma pubblicato solo ora, peraltro imponendo un prezzo di soli 6 euro, e se proprio vogliamo parlare di vile denaro, è un prezzo anche troppo basso per materiale contenuto nel disco.
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La recensione Mex di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-06-22 00:00:00
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