Un concentrato d'atmosfere che t'accompagnano affettuosamente nel corso di questo viaggio cauto. World è nient'altro che questo!
Parlando di "World" degli elk non possiamo che prendere in considerazione ciò che affermò Pervomaiski Leonide dicendoci che "poco importano le note in musica, contano le sensazioni che esse producono". I suoni di questo disco sono l'esatta fusione di arrangiamenti capaci di toccarti fino al punto di sollevarti da terra.
Veniamo inzialmente incoraggiati da voci decise che ci accompagnano verso i suoni che fondono esperienza punk e influenze melodiche, decorati da atmosfere post-rock. La band ci sorprende con passaggi e metriche scattanti; il tutto condito anche di una buona dose di dolcezza e accompagnato da una voce apprezzabile che ci permette di continuare il viaggio tramite cambi graduali che concludono i brani in maniera differente da come sono cominciati. "Chicago", nella sua introduzione, avvolta da synth sottili come veli delicati che coprono il complesso, presenta alcuni accenni che potrebbero ricordare Cloukicker nel suo ultimo album "Subsume".
La strumentale "Wigan" sembra dia inizio ad un nuovo capitolo del lavoro presentando dei suoni stavolta meno cauti e più energici dove la band si concede solo gli ultimi minuti di riposo anticipando "The Kimberley" che partirà con chiari riferimenti al math rock seguita da "London" con la quale verremo catapultati all'interno di quei locali dove, a metà anni sessanta, esordiva il punk. Suoni un po' più eleganti in "Ulysses" anticipano "Hokkaido": eccellente conclusione del disco, condita da atmosfere ultraterrene accompagnate dai cori decisi già ascoltati ad inizio album con cui delicatamente torneremo a ritoccare terra lì dove siamo partiti. "World" è un concentrato d'atmosfere che t'accompagnano affettuosamente nel corso di questo viaggio cauto. Da ascoltare.
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La recensione World di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-12 00:00:00
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