Philos Interno 3 2014 - Cantautoriale, Pop, Funk

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Se l'intenzione era fare un disco trasversale, missione fallita; se invece si resta in ambito pop mainstream, si può dire sia un discreto prodotto

Questo "Interno 3", terzo disco dei Philos, leggo nella presentazione, è un "tentativo di fare musica italiana non scontata, non obbediente ai dettami e agli steccati che categorizzano, e inseriscono ogni progetto in una definizione, un sottogenere, un qualcosa che si sente altrove". Ambizioso, non c'è che dire.

Dopo aver ascoltato varie volte il loro "Interno 3", potrei affrontare la questione in due modi: il primo è dire, semplicemente, che questo tentativo non gli è riuscito, e che per cercare di fare qualcosa di non convenzionale conviene forse partire da altre basi che non siano il pop easy-listening all'italiana di cui si compone questo disco. Tecnico, ben cantato, con qualche buona melodia ("Am-ba-ra-dan", "Non servono soldi"), ma certo tutto fuorché trasversale (mettiamola così: va bene per l'ascoltatore-tipo delle nostre radio, il che scaccia automaticamente praticamente la totalità degli appassionati di rock in ogni sua forma).

L'altro modo, che d'altro canto preferirei a costo di essere tacciato di pedanteria dalla band, è ricondurre appunto questo disco al genere (qui siamo ben lontani dal parlare di sottogeneri) cui, volente o nolente, appartiene, e valutarlo in quel contesto. Quello del pop italiano, in cui non sfigura assolutamente: ha dalla sua una cantante valida e conscia dei propri mezzi (un po' pausiniana, ma appunto rimanendo in quell'ambito credo non sia un difetto), una scrittura non originalissima ma certo vivace e ironica, spesso calzante più sul versante testuale che su quello arrangiativo (in cui sembra a volte ancorata ai modelli compositivi del mainstream di fine anni Novanta-inizio 2000), una band che sa il fatto suo, con menzione speciale al tastierista.

Mancano forse la superproduzione, i riverberi e gli effetti patinati che fanno sfondare nei palinsesti, e manca sicuramente il singolone: i due citati sopra sono buoni pezzi ma confrontati a quelli dei big sanremesi, giovani o vecchi che siano, mostrano i propri limiti.

Ad ogni modo, riferendoci a un immaginario strettamente pop si può dire che quello dei Philos sia un discreto prodotto, che può trovare un suo pubblico. Che non è forse composito come se lo immaginavano originariamente, però: ed ecco che allora, mi viene da dire, indirizzare consapevolmente l'ascoltatore (per non parlare dell'eventuale recensore) verso un genere piuttosto che un altro può rivelarsi molto più utile e producente di quello che sembra.

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La recensione Interno 3 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-22 00:00:00

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