Una base a metà tra "Gatto Matto" e una versione rallentata di "Dragostea Din Tei", con un testo doloroso che sembra uscito da un Sanremo anni '80.
C'è un fenomeno assai diffuso nella musica leggera italiana, eppure troppo poco discusso: c'è una grande disponibilità di belle voci che però non hanno la capacità di seguire un proprio percorso musicale, o quantomeno avere il gusto di scegliere qualcuno che lo faccia per loro.
Serena Celeste è una di queste: una delle tante belle vocalità italiane che avrebbe anche qualche potenzialità nel panorama commerciale, ma che si ritrova a cantare su una base a metà tra "Gatto Matto" e una versione rallentata di "Dragostea Din Tei", con un testo doloroso che sembra uscito da un Sanremo anni '80.
In questi casi, forse, un talent show aiuterebbe a definire una personalità musicale più convincente.
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La recensione La Sposa (v. 2014) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-29 08:30:00
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