C'è un fenomeno assai diffuso nella musica leggera italiana, eppure troppo poco discusso: c'è una grande disponibilità di belle voci che però non hanno la capacità di seguire un proprio percorso musicale, o quantomeno avere il gusto di scegliere qualcuno che lo faccia per loro.
Serena Celeste è una di queste: una delle tante belle vocalità italiane che avrebbe anche qualche potenzialità nel panorama commerciale, ma che si ritrova a cantare su una base a metà tra "Gatto Matto" e una versione rallentata di "Dragostea Din Tei", con un testo doloroso che sembra uscito da un Sanremo anni '80.
In questi casi, forse, un talent show aiuterebbe a definire una personalità musicale più convincente.
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