A sedici anni di distanza dal debutto, il brit pop degli Assist non perde il proprio smalto
Anno 1998: il brit pop ormai ha smesso di essere una novità per diventare un vero e proprio punto fermo negli ascolti di migliaia di giovani italiani. Il successo globale dei Lùnapop è ancora al di là da venire, ma tra le band di casa nostra qualcosa già si muove: lo dimostra il disco di debutto dei torinesi Gli Assist, prodotti dall'ex Not Moving Tony Face Bacciocchi, che intuisce le potenzialità di un gruppo che fa proprie le sonorità inglesi del periodo mescolandole a testi in italiano e a una sana dose di naiveté in pieno stile beat prima maniera. I risultati non si fanno attendere: il disco entra in classifica al 27 (il che significa un bel po' di copie vendute, all'epoca) e porterà la band in tour con artisti come Supergrass e Cornershop.
A sedici anni di distanza e a due dal secondo lavoro "Stereobeat", arrivato nel 2012 dopo la riformazione del gruppo, Gli Assist ripubblicano dunque quel fortunato primo album, "Pop Club": titolo programmatico che si esplicita da subito con le contagiose "Na na na na", "C'è qualcosa" e "Veloci giorni strani", e dà la misura di quanto la formazione guidata da Cosimo Malorgio e Davide Salvatore abbia saputo cogliere le intuizioni delle migliori band albioniche del periodo a loro contemporaneo e immediatamente precedente (gli Oasis in "Non lo sai", gli Stone Roses in "Il ritmo che c'è in noi", i Jam e i Charlatans in "Non c'è tempo") e rielaborarle nel proprio sound, che ha nell'orecchiabilità e nella spontaneità i suoi veri punti di forza.
Tant'è che anche riascoltato nel 2014 il disco (arricchito da tre validi inediti) non perde assolutamente smalto e, chiudendo un occhio su alcuni canoni di produzione tipici degli anni Novanta (la ghost track, il riempitivo, il remix del singolo), fa rimpiangere un po' quei tempi neanche troppo lontani: tempi in cui anche in ambito indipendente si scrivevano canzoni sincere, immediate, sì a volte anche ingenue, ma senza lo sfrenato autocompiacimento e il maledettismo di plastica di gran parte degli artisti contemporanei che cantano nella nostra lingua.
Quindi, per farla breve, se vi piace il pop (brit ma non solo) e cercate un gruppo che mantenga ciò che promette, Gli Assist fanno proprio per voi, e il rinato "Pop Club" è senz'altro il disco da cui partire.
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La recensione PopClub - 2014 Remaster di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-19 00:00:00
COMMENTI (1)
mi piace!!!