Tra coerenza, influenze e gothic- symphonic- death- (e pure qualcos'altro) metal
Non so se i Ravenscry, qui alla seconda uscita sulla lunga durata, abbiano la ricetta magica per riuscire a farsi notare su larga scala, ma di certo ce la stanno mettendo tutta. Stiamo parlando di musica per appassionati di un genere le cui coordinate di riferimento potrebbero essere Lacuna Coil, Within Temptation, Evanescence, ondeggiando quindi tra melodic death e symphonic metal. Nonostante un canovaccio abbastanza rigido per coerenza di genere, non mancano piccoli spunti a far intravedere influenze gothic, jazzy (“Living Today”) e vagamente prog (“Touching The Rain”).
Gli arrangiamenti sono serrati, privi di fronzoli e con poche soluzioni che non siano funzionali alla canzone nonostante l’elevato tasso tecnico. La voce di Giulia Stefani spicca non solo per indiscutibili qualità ma anche per il ruolo di amazzone con redini ben tese sulla forma canzone. Ad ampliare la paletta e cercar di dar respiro alle varie tracce (ben tredici per poco meno di un’ora di musica) si aggiunge l’intervento di trombone, violino, tromba ed altri strumenti classici, prevedibili, magari, ma ben inseriti nella trama.
La registrazione, a cura della stessa band, è molto curata ed esaltata da un mastering (a cura di Dragan Tanaskovic, già al lavoro su In Flames, Diablo Swing Orchestra, Entombed) che riesce a bilanciare “botta” da compressione e dinamica. Alla band lombarda si potrebbe rimproverare una scarsa attitudine “pop” , o almeno una scarsa coscienza della stessa all’interno dei vari brani, ma l’esperienza pregressa di altre band ci mostra come questa spesso mal si bilanci con la credibilità. Quindi, per ora, benissimo così!
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La recensione The Attraction of Opposites di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-13 00:00:00
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