"Figli della crisi di nervi" è l'album di debutto della band milanese Camera d'ascolto: un disco pop-punk a volte aggressivo ed arrabbiato, a volte melodioso ed intimista.
Nei vari passaggi musicali troviamo una certa alternanza di temi ed influenze. Pezzi dal gusto più propriamente punk si alternano a momenti cantautorali sommessi e sentiti, come "Sofia Scarlatta" e "Charlie Brown", dove il ritmo si abbassa, e si crea lo spazio per un pezzo introspettivo quasi toccante.
Forse, per quanto la musica intrattenga e raggiunga spesso delle belle altezze, il tema "crisi" puzza un po' di forzatura. Come se si volesse a tutti i costi parlare di un tema socio-politico scottante, ma trattato qui con troppa superficialità. Seppur con tutte le attenuanti possibili, in questi casi la banalità è in agguato; e l'ironia, purtroppo, sorge implicita.
Detto questo, la prima fatica dei Camera d'Ascolto, per quanto si aggiri pericolosamente su un terreno che definire minato sarebbe riduttivo, ne esce quasi indenne grazie ad un po' di grinta, una certa freschezza, propria dell'esordiente, e la necessaria strafottenza. Aggirando l'ostacolo in modo un po' naif, ci troviamo di fronte ad un primo disco sicuramente promettente.
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