The Emerald Leaves The Emerald Leaves 2014 - Psichedelia, Indie, Post-Rock

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Un disco canonico e variopinto, che incrocia il classico col moderno, il rock con l'elettronica, regalandoci un lavoro dalle ottime finiture

I The Emerald Leaves propongono un esplosione di rock primordiale amalgamato al turbinio costante dell’elettronica, creando così un disco viscerale, che riporta alla mente la psichedelia tipica dei Pink Floyd, mista al carattere acido e nebbioso del noise. L'EP si presenta vario nelle sue sfaccettature, e si apre con “Lonestar” una traccia puramente celestiale, scandita dalle vibrazioni della chitarra e dalla ritmica profonda e altisonante della batteria. L’atmosfera si fa più nebulosa sin dalla terza traccia, “The Lord” che trascina l’ascoltatore in un labirinto sonoro intrecciato dai virtuosismi di basso e dai continui saliscendi elettronici. Con “They go” si apre la strada al picco di densità noise che caratterizza il resto del disco, che trova peraltro le sue migliori realizzazioni proprio in suddetta traccia, dove la band riesce in una saturazione strumentale guidata dalle linee del pianoforte, e dell’ottimo lavoro vocale che riesce a creare il giusto disagio; e nella traccia che porta il nome della band, caratterizzata da un sound quasi industrial, si fanno apprezzare maggiormente gli echi e i continui riverberi, assieme all’ottimo lavoro di colore offerto dalla batteria.

Il disco dei The Emerald Leaves in sostanza crea un ambiente dai colori variopinti, e dimostra tutto il valore tecnico della band, esaltando anche le espressioni dei singoli musicisti. Unico piccolo difetto è che il disco ha un sapore già conosciuto, e nonostante la sperimentazione sia ben evidente, la band attinge ancora troppo alle sonorità degli 80. Niente di pacchiano per carità, ma chissà che un domani non troppo lontano, questi ragazzi non riescano a sorprenderci.

 

 

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La recensione The Emerald Leaves di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-03 00:00:00

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