Leggeri e ironici, Cecco e Cipo sembrano eterni adolescenti. Che scrivono canzoni spensierate e soprattutto belle.
Se qualcuno si prendesse la briga di elaborare un trattato sull’eterna adolescenza, allora la nostra sarebbe un’esistenza migliore. Perché vi troveremmo, finalmente codificati, i sacrosanti principi di chi, forte di inaffondabili certezze post-puberali, riverbera la propria gioventù tra leggerezze, inni alla leggiadria e alla beata spensieratezza. Vivremmo meglio e non ci riempiremmo le tasche di solenni incazzature, di maledizioni lanciate nei confronti del profeta di turno o del diverso che osa minare le nostre sicurezze. Per abbracciare, magari banalizzando secoli e secoli di filosofia orientale, un atteggiamento zen. Non che fregarsene di quel che ci circonda sia necessariamente cosa buona e giusta (ecco la banalizzazione), però anche prendersela con calma e rilassarsi di tanto in tanto di certo non potrà farci male.
È proprio la logica del take it easy il cardine della cifra stilistica adottata da Cecco e Cipo, il presupposto della loro lievità, il grimaldello per entrare all’interno delle fiabe contenute in “Lo gnomo e lo gnu”. Già, fiabe: rivolte a una generazione disillusa che continua a circondarsi di perché, che ha bisogno di una ninna nanna per facilitare il sonno, che non può fare a meno delle figurine dei calciatori o di stupirsi di fronte alle evoluzioni di una trottola, di abbuffarsi di caramelle per dimenticare le brutture del mondo. Poi, quando si tratta di incastonare il discorso tra delicate gemme pop acustiche (tipo “La licenza di tuttologo”), tutto diventa ancora più semplice. Senza contare che i due musicisti di Empoli (all’anagrafe Simone Ceccanti e Fabio Cipollini) si destreggiano piuttosto bene anche quando tirano fuori dal cilindro scanzonati tormentoni da classifica (“Orazio”), idem se spingono sull’acceleratore (la rockeggiante e metaforica “Trottola”) o si misurano con ambizioni cantautorali (“Zigulì” sembra quasi essere uscita dal repertorio di Rino Gaetano). L’ironia nei testi e l’immediatezza delle melodie costituiscono un indubbio plusvalore e alla fine tutto gira in modo più che gradevole, grazie anche a un gruppo di amici che non si arrendono mai, tra i quali spiccano i nomi di Lodo Guenzi (Lo Stato Sociale) e Tommaso Spinelli (L’Orso).
Peccato che il duo toscano non abbia ricevuto la benedizione dalla giuria di X-Factor: la recente eliminazione dal talent-show in onda sugli schermi di Sky ha provocato le ire dei fans e la rivolta del web. Tutti arrabbiati tranne Cecco e Cipo, che ci piace immaginare protetti da un immarcescibile atteggiamento zen.
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La recensione Lo Gnomo e lo Gnu di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-14 00:01:00
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