Quasi che una linea immaginaria ma in fondo tangibile attraversasse il mondo da un capo all’altro, da un oceano all’altro, ponendo al centro dell’attenzione il Mediterraneo, la seduzione materna e tribale dell’Africa, le contaminazioni fra terre, idee, suoni per un comune sentire che spinge al movimento. Il funk, il jazz, la sperimentazione che mescola chitarre, fiati, macchine e cuore, l’odore prodotto dal caldo, dagli spazi aperti e dai confini indistinti, dalla magia che sprigiona da particolari incroci quasi fossero vere e proprie pozioni.
C’mon Tigre è un’entità che gira intorno a due persone che rimangono nell’anonimato, è un collettivo numeroso composto da musicisti di vari Paesi (da Jessica Lurie a Henkjaap Beeuwkes, a Eusebio Martinelli, Dipak Raji ed Enrico Fontanelli - mancato lo scorso aprile - al quale è dedicato il brano) e ognuno contribuisce a creare un sound composito, variegato, dalle molteplici influenze e basato proprio sull’incontro di anime differenti: “Federation Tunisienne de Football” è il singolo che anticipa l’album previsto per settembre, ed è accompagnato da un bellissimo video creato da Gianluigi Toccafondo composto da più di 5000 fotogrammi disegnati a mano che raccontano di una partita di calcio sulla sabbia tra scarpe magiche, donne che danzano e animali.
Tra l’America e il Sud inteso nella sua accezione più interiore, come punto di vista e presa di coscienza, tra strumenti basic e proiezione sintetiche, tra uno slancio attuale che resta comunque legato a un passato fatto di stratificazioni di decadi e ricordi e world music intesa non come genere ma come risultato di una precisa somma di elementi, questo progetto mi piace e mi incuriosisce moltissimo: C’mon Tigre come un’orchestra sospesa su una linea immaginaria, tra un oceano e l’altro, a rammentarci che l’incontro di anime diverse non può far altro che farci bene.
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