Il disco della maturità artistica
Se dovessimo fare il giochetto di prendere una traccia per tutto l'album, la scelta ricaderebbe sicuramente su “Tv Party”. È in questo brano infatti che il nostro Capibara, giunto finalmente alla propria maturità artistica, mette la concorrenza al proprio posto. La formula è tutto sommato semplice e si ripete con qualche variazione per tutto l'album. Ma questo non pregiudica affatto la sua riuscita, tutt'altro; gli dà quella coerenza che altre prove elettroniche recenti hanno mancato appieno.
La ricetta, si diceva: beat in bassa battuta, bell'uso di intricate percussioni di marca esotica, voci pitchate in mantra per contribuire al groove, memorie dance e attenzione alla melodia, quella canaglia che se alle volte c'è fa la differenza.
Prendiamo un altro esempio molto ben riuscito: “D” con il contributo di Videodreams. Qui la malinconia di cui Capibara ci parlava nella nostra intervista viene fuori chiaramente come cifra stilistica del produttore romano e di chi lo aiuta a portare a casa il risultato. Sì, perché magari il nostro da ragazzi' aveva pochi amici e si dedicava ai videogiochi (come si evince anche dall'“Intro”) ma in questo album non è certo senza compagnia: “PTA” è un altro bel momento con la voce di Milena Medu (all'inizio sembra quasi di stare in zona Portishead); “Toro” con Sabir e Milllelemmi si sposta verso l'hip hop più visionario; “Felina” (se ci fosse la voce di Gahan non ci si stupirebbe affatto) è fatta a quattro e più mani con Dropp di cui abbiamo già avuto modo di parlare bene. In alcuni punti prevalgono certo tic stilistici del mondo post-dubstep: “Grand Theft Anagnina”, ad esempio, con quei fruscii ovattati in stile Burial. Però tutto sommato sono peccati veniali che non abbassano la qualità finale del tutto.
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La recensione Jordan di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-22 08:00:00
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