Un viaggio tra le atmosfere synth degli anni ottanta, tra i dancefloor e i giri in auto senza meta ma con la gioventù in tasca
Electropop dalla forma impeccabile, di facile presa e decisamente easy nelle soluzioni: dieci potenziali hit per ballare con leggerezza, dieci mosse sintetiche per chiudere la partita e portare il risultato a casa. “Daydream”, album d’esordio per i The C.I.P (ovvero Michele Scheveger e Simone Cavalli), è un viaggio tra le atmosfere synth degli anni ottanta, tra i dancefloor e i giri in auto senza meta ma con la gioventù in tasca, ben confezionato e lucido negli intenti: canzoni che funzionano al primo ascolto, e cosa vuoi di più, dal pop.
Da “We’ll Set the World on Fire” col suo irresistibile ritornello fischiettato, a “We’ll Never Be the Same” che parte minimale e malinconica per aprirsi poi alla primavera, alla new wave di “25 25” che è il mio brano preferito, fino a “Strangers”, chiusura eterea e riverberata: lieve ma col suo peso, dal sorriso ammiccante tra qualche broncio seducente, questo è un disco ben fatto, destinato a un pubblico trasversale per il suo mix di fresca immediatezza e rimandi al passato, di dance e scivolamenti elettronici, di semplice e complesso nella giusta misura. Un’ottima partenza.
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La recensione Daydream di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-10 00:00:00
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