È un esempio riuscito di correzione del tiro, la seconda prova di Nick Marasciulo. Che dopo il primo, acerbo “Halfway through”, mette a fuoco tutto quello che non lo era e sforna dischetto davvero gradevole. Nessun stravolgimento o mutamento di rotta: in “Another” c’è solo un musicista che ha messo a fuoco le sue canzoni. Il punto di partenza è sempre lo stesso: il Dylan elettrico di “Bringing it all back home”, “Highway 61 revisited” e 2Blonde on blonde”, tra ‘65 e ‘66. Leggermente più acidi i suoni – ma si tratta solo di una sfumatura –, perché quello che rende davvero compiuto il lavoro è la ritmica, costruita ancora una volta sui patterns di Steve Gadd (per chi volesse scaricarseli: http://www.intrepidsoftware.com/sgadd/).
Il country-blues di Marasciulo acquista sfumature più decise e convincenti che, unite alla migliore qualità compositiva dei pezzi, lo apparentano a degli Eels meno distorti, e con che di leggiadramente inglese nella voce. A volte pare perfino di avvertire qualche leggera influenza di Nick Drake (“I wish I could say I love you”), o degli Stones floreali di “Ruby tuesday” (una chitarrina lieve giusto prima del ritornello di “Another”). Il pezzo forte della raccolta, ben equilibrata tra brano sostenuti e ballate, è comunque la spettacolare cover di “Masters of war” del solito Dylan. Stravolta a dovere, con la sostituzione del chitarrone folk con un riff acido e bluesy a dovere, piace e s’impone come pezzo forte del gradevole cd. E ci vuole personalità anche per fare propria una cover. Anzi, soprattutto. Concludendo, un “bravo” a un artista in evoluzione,con ulteriori margini di miglioramento. E come al solito – delenda Carthago – l’augurio che si passi all’italiano per i testi.
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La recensione Another di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-06 00:00:00
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