Idea interessante ma resa non benissimo.
Il concept è interessante: raccontare quattordici anni (dal 1999 al 2012) in quattordici canzoni. Lo sviluppo dell'idea, però, lo è un po' meno, e rischia a tratti di essere addirittura soporifero, a causa di quella immediatezza - dovuta all'essere stato registrato tutto in pochi giorni e in presa diretta - che in teoria dovrebbe dare al lavoro una qualità forte e cruda, ma invece gli dà un senso di incompiutezza.
Il tono estremamente teatrale, la monotonia melodica e la strumentazione a dir poco scarna causano l'impressione di trovarsi appunto a teatro, ad ascoltare un lungo monologo, però in un teatro completamente buio, nessuna scenografia, niente corpo dell'attore, solo la voce che ripercorre avvenimenti più o meno reali e stati d'animo più o meno collettivi. Potrebbe anche essere un intrigante esperimento drammaturgico, ma andrebbe supportato da testi che inchiodano e da una voce che ipnotizza. Qui invece ci sono testi non male ma che ogni tanto sfiorano la retorica, e una voce non proprio memorabile.
Forse in un teatro con le luci, e magari qualche visual, queste canzoni funzionerebbero, ma ascoltarle così “nude” diventa sfiancante dopo un quarto d'ora.
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La recensione 99|12 canzoni nude di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-31 00:00:00
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