Territorio prolifero il pesarese negli ultimi anni: dopo General Decay, Be Forest, Soviet Soviet, Brothers In Law Coldwave – solo per citarne alcuni – arrivano sulle scene, con il loro elettropop fin troppo sbarazzino, anche i Flat Bit che, ahimè, nulla hanno da spartire con i loro ben più allenati concittadini.
“Scala di grigi” nasce già vecchio ancor prima di assaporare la luce, per quelle sue liriche adolescenziali e metricamente scontate (“con te il mio tempo era sereno / zero noia”, ”sfuggi da ogni mia logica / tu eri magica / non sei più niente per me”), per l’assoluta mancanza di un seppur minimo barlume di coraggio, a vantaggio invece del derivativismo più spinto, e, non ultimo, per tutti quei suoni preconfezionati che si trascina dietro, come se non bastasse ulteriormente bastonati da una registrazione che uccide inesorabilmente tutte le sfumature.
Nato da un cortocircuito destabilizzante tra dARI, Eiffel 65, Finley, Max Pezzali, e Paolo Meneguzzi “Scala di grigi” si divide tra romanticismo mocciano ed emo-tamarritudini di seconda mano, tra improbabili velleità danzerecce e finta freschezza da parterre à-la Maria De Filippi.
Ma chi l’ha detto che da Pesaro arrivano solo cose buone?
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.