Professionale. Questo è il primo aggettivo che mi è venuto in mente scartando “Tutti giù per terra”, il nuovo lavoro degli Skarabazoo, band torinese che spezza la monotonia dello ska frammentato da riff di fiati, esibendo riff di chitarra che ben legano insieme tutte le canzoni.
Uno ska non convenzionale quindi - poco ‘torinese’ se vogliamo - ma che riesce ad essere originale, sposando insieme diversi generi (come in “Bacco, Tabacco, Venere e Maria”) che resi in levare creano un sound particolare e non scontato.
Professionale, dicevo, anche la copertina, curata nei minimi particolari, nei loghi, nella stampa e nella serigrafia. L’ascolto è piacevole, la qualità audio forse è un po’ da demo più che da album, ma nel complesso fila via liscio. Ottima la ritmica di basso e batteria che non perdono un colpo, anche se le sonorità del rullante non sono troppo ‘umane’; belli i riff di chitarra che fanno da collante e da riempi-buchi laddove altri avrebbero messo (scontato?) dei fiati (“Tu”, “Sorgerà”), mentre una tastiera alle volte molto 2tone, e altre volte molto Ska-P (“Tutti giù per terra”, “Il tempo é una ruota che gira”), caratterizza alcune tracce di questo esordio.
Buona la voce, molto profonda, anche se l’unico pezzo in cui rende veramente bene è in “Emigrante”; negli altri, invece, pur essende molto intonata e dotata di ottima timbrica, non mi sembra molto in linea con lo stile della formazione. Al contrario, rende bene la voce del batterista Matteo su “Il tempo é una ruota che gira”, canzone con inflessioni reggae-ska e riff di tastiere che - come già detto - ricordano vagamente gli Ska-p.
Nel complesso una buona prova, dove i brani ci sembrano piacevoli e ballabili, anche se alcuni un po’ lunghi nel minutaggio (“Emigrante” su tutti). Il mio consiglio è di partorire canzoni che stimolino ‘l’acquolina in bocca’, senza saziare, ma, anzi, creando un senso di astinenza, senza esaurire la voglia dell’ ascoltatore di rimettere su il cd. Positiva, ad esempio, l’assenza dei fiati, aspetto che rende gli Skarabazoo relativamente originali. Magari con le nuove composizioni potrebbero cercare di avvicinarsi a quelle sonorità 2tone - tipiche di gruppi come Madness, Specials e Selecter… - in cui i fiati se c’erano non erano fondamentali. Perché ricordiamoci che lo ska è fatto si dalla ritmica, ma soprattutto dal cuore.
E gli Skarabazoo mi sembra che di cuore ne abbiano parecchio!
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La recensione Tutti giú per terra di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-09 00:00:00
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