Nonostante un nome terribile da metal scandinavo, i Somnium non sono una band per volumi alti e per distorsori assoluti. “Marinconia” è un lavoro di droni siderali, melodie dilatate e ambient estremo. C’è una cura certosina per ognuno dei sei brani di questo disco perfetto per scandire gli ultimi rintocchi della bella stagione. Tipo dei Sigur Ros ad alzo zero e privi di qualsiasi aggancio pop, i Somnium si lasciano andare alla loro personalissima visione di brani reiterati e vellutati. “Librarsi” lo dice la parola stessa: è l’ascensione sonora di un progetto formato da due soli elementi e da tanti suoni che creano un vortice indistinto di emozioni. La splendida “Aurumaris” sono undici minuti abbondanti di arpeggi a mille chilometri di distanza, con tastiere che coprono tutto e sospensioni cariche di significati. C’è qualcosina di Fennesz, con il quale i Somnium condividono un po’ una certa fascinazione comune per l’estate infinita e l’inverno alle porte. “Marinconia” è un album intrigante e misterioso come un sogno che svanisce lento tra i ricordi.
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