Poco tempo, troppa fame”, uscito per la veronese Azzurra music, è il primo cd della padovana Piccola Bottega Baltazar, elegante combo condotto con sicurezza dalla profonda e bella voce di Giorgio Gobbo. La radice di questo cd è in quel “Provini” di due anni fa, dei Santi Senza Nome, altro progetto di Giorgio Gobbo. Si ritrovano qua i toni malinconici e disperati, tra Paolo Conte e Piero Ciampi, Jacques Brel e Luigi Tenco, che del gruppo originario furono prima della svolta swing.
E su queste coordinate era naturale per la Piccola Bottega Baltazar incrociare il mondo di Fabrizio De Andrè, cui il cd è dedicato. Su 16 brani, infatti, ben 10 sono cover, che spesso vivono di vita propria e solo raramente chiamano il confronto con l’originale (“Il gorilla”). Alla poesia anarchica del cantautore genovese - che glorifica il popolo contadino e cittadino e mette alla berlina piccola borghesia e potenti - si rifà anche l’ispirazione di questa band. Bellissima quindi “Delitti di paese”, con un procedere dello sguardo tra impressionismo di Monet ed espressionismo di Munch; così come “Nebbie di carnevale”, sbattuta in faccia al mondo come il freddo pungente delle lande polesane. Intensi i testi di Marco Toffanin e dello stesso Gobbo, mentre suggestive e penetranti, benché soffuse e discrete, le musiche. Si è parlato di atmosfere fumose da bistrot per questo combo: vero, ma il primo Novecento che qui fa capolino insistentemente è più quello delle Case del popolo padane popolate di vecchi socialisti e anarchici, tra castagne, vino rosso, sfottò tra amici e bestemmie al mondo borghese intorno al falò.
Un bel disco di canzone d’autore, che vola lontano dalla muffa retorica in cui solitamente si trova sepolta, grazie al tuffo nel passato più lontano ed autentico.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.