Dopo sette anni di carriera, questo disco è in pratica l’album di esordio degli Harddiskaunt, se non contiamo il demo autoprodotto del 1997. In questo lungo periodo, però, la band di Varese si è data un gran da fare nei concerti e nelle compilation, dividendo palchi e solchi con il top dello ska italiano ed internazionale: dagli Skatalites agli Ska-P, passando per Statuto, New York Ska Jazz Ensemble, Skaos, Punkreas, Bluebeaters, Roy Paci, Persiana Jones, ecc..
Adessso, con il supporto della Supple, pubblicano “Ed è subito party!”, un lavoro - manco a dirlo, viste le citazioni di cui sopra e leggendo attentamente il nome del gruppo - improntato prevalentemente sullo ska. Scrivo ‘prevalentemente’, perché la band lombarda allarga i confini (come oggi sembra di uso comune) al reggae, al raggamuffin, al dub. Niente di nuovo, sia ben chiaro, perché tutto rientra nella normalità di un insieme di musicisti appassionati del Jamaican sound, che si divertono un mondo nel suonarlo, proprio come esprimono chiaramente nel titolo del cd. Un divertimento che in un caso (“Fiesta!”) sfora nel demenziale e qui vorrei sorvolare, ma alla fine mi chiedo: perché inserire un brano del genere? Stona decisamente nel contesto ed il testo è da dimenticare. Bene il reggae di “Night Clippin’”, con ospite la cantante inglese Mary Birch ed il dub di “Night dubbin’”, questa cantata da Mattanja Bradley. Simpatica, ma senza troppe pretese, la versione di “Do you really want to hurt me?” dei Culture Club, che forse avrebbe potuto essere maggiormente personalizzata. “La soluzione” e “L’attimo” (che parte con un pensiero ai Ramones di “Rock’n’roll radio”) sono uno ska a ritmo serrato, di quelli che dal vivo spaccano, costringendo tutti a pogare. Due gli episodi strumentali: “Misirlou” e “B.B. Ska”, entrambi ben arrangiati, mentre le iniziali “Scooter boy” e “Ganja song” sono divertentissime e coloratissime, anche se risentono di coretti un po’ banali.
Insomma, un album divertente, dove si intuisce l’abilità dei musicisti di Varese che però non azzardano più di tanto, pur avendone le potenzialità. E d’altronde qui domina il divertimento, la voglia di ballare, di saltare senza troppi pensieri. Che sia ska, reggae o dub, la voglia di muoversi resta tanta, e gli Harddiskaunt sentono di poter rendere meglio dal vivo, dove si può sudare assieme al pubblico, dove veramente si vive la fiesta. E allora si che incomincia il party…
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