I The Nion nascono nel 2003 come duo acustico e, dopo aver espanso la formazione e virato sull’elettrico, arrivano nel 2013 alla pubblicazione di un ep, “Il Re”, che propone un rock in italiano con le radici saldamente piantate negli anni ’90; quelli del rock italiano, alla Litfiba per intenderci, ma soprattutto quelli di Seattle e del grunge a stelle e strisce.
In particolare, è il nome dei Pearl Jam quello che emerge prepotentemente, non solo dalle scelte melodiche e di arrangiamento del quartetto, ma anche dal cantato cristallino e baritonale in pieno stile Eddie Vedder che ha la parte del leone nei 6 brani di questo esordio. Il richiamo ai pilastri del suono di Seattle è in effetti molto forte e risulta, alla lunga, troppo ingombrante. Nonostante ciò, va detto che “Il Re” è un lavoro molto energico e godibile, dove, pur difettando la giusta dose di freschezza e originalità, fanno mostra di sé le buone capacità di scrittura e di esecuzione del gruppo.
Sono soprattutto l’opener e “Canzone per Sara” a risaltare, anche per la cura dei testi; ma anche in “Erode” e “Messaggio” ci sono soluzioni melodiche efficaci e passaggi strumentali che, se non aggiungono nulla di nuovo, fanno il loro mestiere e regalano qualche minuto di un piacevole rock vitale, onesto e diretto.
Qua e là fa capolino anche qualche leggera deviazione dalla strada maestra che potrebbe indicare una pista da seguire nella creazione di un suono più personale, come può essere il cambio di atmosfera dettato da un’inaspettata apertura in levare, o la sintesi fra il classico suono rock ’90 e la verve cantautoriale di Ivan Graziani che contraddistingue la buona cover di “Maledette Malelingue”, a conclusione del breve lavoro.
Insomma, le qualità ci sono, ma perché si notino è necessario che i The Nion escano dalla gigantesca ombra proiettata dai loro maestri, processo che probabilmente passa soprattutto attraverso l’adozione di uno stile vocale che faccia dei suoi punti di forza le indubbie doti vocali del cantante, invece di scimmiottare, seppur con ottimi risultati, quelle di Eddie Vedder.
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