Un incedere cadenzato, fatto di arpeggi che si susseguono a catena e ritornelli recitati come un mantra.
Un incedere cadenzato, fatto di arpeggi che si susseguono a catena e ritornelli recitati come un mantra: ecco come i Caligo ci accolgono all’entrata di questo lungo tunnel idiosincratico.
L’inizio del disco non lascia spazio per respirare, grazie a una cassa perennemente martellante. Anche “Voce15”, traccia in apparenza solare e dagli accordi aperti, non rinuncia a questo groove incessante e scarno, che diventa quasi cifra stilistica di questo quartetto ligure al loro primo album, nonché forse l’unico vero strumento per scavare dentro di sé.
La ricerca introspettiva emerge forse in maniera più evidente nella seconda parte del disco, dove brani come “Non c’è un’uscita” – di cui è apprezzabilissimo il crescendo – e “Pioggia sulle ossa” arrivano a sondare la parte più scura e istintiva della galleria, con un’angoscia e di una lenta malinconia che a tratti portano a cercare il benché minimo spiraglio di luce.
Spiraglio che peraltro arriva sul finale, dove il bellissimo bel riff distorto di “Distanza reale” funge un po’ da meccanismo di rianimazione cardiopolmonare; mentre "Ipnosi", la ballata conclusiva, ha un po’ il sapore di beffa, visto che in fin dei conti “Il tempo è fermo, il viaggio è dentro me”: un modo elegante per ricordarci che il più delle volte, i tunnel in cui ci infiliamo altro non sono che suggestioni della nostra stessa mente.
Suggestioni fragili e al tempo stesso opprimenti.
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La recensione Fragili Ossessioni di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-29 00:00:00
COMMENTI (2)
@MarcoF Grazie a voi Marco, e in bocca al lupo per tutto!
Grazie Alberto per la recensione !!!