ArieQualcosa importante2003 - Rock, Acustico

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Ascoltando questo cd mi è ripiombata addosso la sgradevole sensazione che mi accompagnò per quasi due ore quando vidi “Ricordati di me”.

Ogni istanza artistica ha la sua forma scelta ma le strade per arrivare alle persone spesso si somigliano e gli Arie fanno quello che ha fruttato fama e dubbio onore a Muccino. Tanto per cominciare e precisare mi sembra doveroso scrivere che la definizione di “gruppo rock” è deviante, non tanto per il suono, che pure non può certo dirsi tale, ma per l’inclinazione, il trasporto, la pacatezza d’animo: Janis Joplin sarebbe una cantante rock anche se sussurrasse “ 'O surdato ‘nnammurato”, loro non lo sarebbero neanche se fossero accompagnati da Jimmy Page e Keith Richards. Sono otto canzoni - nozione questa che si ricava facilmente dai due secondi di silenzio che scindono una musica immobile- fondamentalmente acustiche, farcite di buoni sentimenti, di mestizia d’apparenza, quella che non da fastidio a nessuno, di disagio “politically correct”, di qualunquismo e demagogia.

Il carattere mucciniano è in questo ed è capillare e ingombrante. C’è il tentativo di entrare in luoghi personali e intimi, di essere profondamente profondi, ma poi si sceglie un tratto superficiale e grezzo per raggiungere questi scopi; il risultato riporta inesorabilmente la memoria ad una creatura multiforme ma monocefalica che ogni anno muore per rinascere esanime: Sanremo.

L’ho ascoltato quattro volte prima di irrigidire anche una sola riflessione. Ho lavorato sulla mia opinione, ho cercato di darle una forma meno distruttiva, ma gli appigli non li ho trovati.

I brani, perfetta allegoria di una melodia nazionale ormai moribonda, hanno una struttura che arriva stancamente a copiare se stessa, e le parole, spesso confuse e assetate di banale poesia, hanno come rifugio loro proprio una quattordicenne appassionata di Ramazzotti. Non c’è molto da suggerire (sempre che non si voglia intendere “Cancella & Ricomincia” come un consiglio seguibile!) quindi la mia idea è di indirizzarsi verso un altro uditorio, magari modellando il contorno, di cui non ho conoscenza; sono convinta che “E vedi che non piangerai, tu non sei l’unica che sta soffrendo per un ragazzo che non ti ha dato niente, che ha voluto tutto da te” ha il suo target, anche abbastanza individuabile, per irretirlo occorre solo sussurrare le frasi con gli occhi socchiusi e lucidi… avere l’aria da “Io sono sensibile ti posso capire, piccola!”… e una magliettina all’ultima moda…

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La recensione Qualcosa importante di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-16 00:00:00

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