Non so se valga la pena dilungarsi molto: che altro dire che sia più significativo del semplice resoconto che essi stessi hanno fatto del tour europeo di quest’anno e che Rockit ha pubblicato sia sul sito, sia sulla versione cartacea (lo trovate sull’ultimo numero del magazine estivo, il 19, in formato pdf a quest'indirizzo: http://www.rockit.it/download/rockit_mag19.pdf). Il rischio è quello di ripetersi o comunque di non aggiungere niente alla semplice constatazione di trovarsi di fronte a una delle migliori band italiane del momento.
Di solito quando si ha a che fare con grandi gruppi è difficile trovare definizioni calzanti, ma in questo caso non ho difficoltà a definire la musica degli Zu col termine jazz-core. Anzi, mi rendo conto che il loro punto di forza è proprio quello di dare a questo genere un’espressione esemplare. Per questa ragione gli Zu non hanno bisogno di cercare evoluzioni fuorvianti e possono ‘limitarsi’ a riproporre tutte le doti che li hanno resi celebri: le bordate ipercinetiche, le esplosioni improvvise, le svisate a rotta di collo, l’assenza apparente di logica e tuttavia una precisa identità dei fraseggi, l’accurata fuga da ogni ridondanza, un’improvvisazione selvaggia e precisa al tempo stesso.
Quella dal vivo è sicuramente la dimensione più congeniale per questo tipo di musica come ben testimonia questo live, registrato in presa diretta ad Helsinki nel 2002 all’epoca del precedente tour europeo, licenziato dalla neonata Tang Plastik records e distribuito in Italia dalla Goodfellas.
Insomma, un’ottima occasione per coloro che volessero accostarsi per la prima volta al piglio iconoclasta degli Zu.
Ecco, alla fine mi sono dilungato, ma in fondo, come si suol dire, ‘repetita juvant’.
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