Se il biglietto da visita sottoforma di EP del 2012 era stato convincente, altrettanto pare potersi dire sull’album che in un futuro non troppo remoto potrebbe succedergli, almeno stando all’evocativo primo singolo che lo anticipa. “My God is mad” si propone di tracciare una strada diversa, almeno in parte, da quella intrapresa nel lavoro d’esordio. Una strada intimista e introspettiva, già accennata nella sofferta ballata “My moon”, e che ora prende forma in maniera decisa, in questa nuova ballata in cui gli archi - arrangiati da Marino Cuman dei Non voglio che Clara - subentrano efficacemente ai suoni acustici dell’accompagnamento. Il ritmo è sostenuto fin dall’inizio e tale rimane per l’intera durata del brano, pur dando l’impressione di poter esplodere in qualsiasi momento, incoraggiato dalla cupa narrazione che permea l’atmosfera. Solo sul finale il velato grido scoraggiato di disperazione si risolve nella resa, incondizionata e ormai tardiva: “I'm sorry mama I won't pray again”. Un brano importante che non fa altro che alimentare le già alte aspettative per la prima vera prova discografica della band veronese.
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