Uno sguardo su un immaginario paesino del sud per l’esordio del cantautore campano. Ci sono delle pecche, ma nel complesso un ascolto piacevole.
Dietro lo pseudonimo de Il Conte Biagio si nasconde (ma neanche tanto) Biagio Conte, cantautore salernitano qui al suo esordio con “Burstazzo city”, che si presenta come un concept sull’intrecciarsi di vite e storie in un immaginario paese del sud, Burstazzo, appunto. A dire la verità, il concept pare abbastanza flebile. Certo, nei testi di Biagio ci sono archetipi della vita paesana come i pettegolezzi delle comari del paese, il politico locale megalomane e magnaccione alla Cetto La Qualunque, i detti popolari attraverso i quali filtrare stralci autobiografici, ma quel filo conduttore forte che dovrebbe caratterizzare un album che si (auto)definisce concept latita un po’. Anche perché, dal punto di vista musicale, quello che abbiamo qui è un sfilata di suggestione latine (la bossa di “Il trenino di Tanino”) e rock funkeggiante (“La gente parla”), atmosfere jazz-blues (“Storia da raccontare”) e swing (“Chi nasc’ tunn”, con la collaborazione di Roberto Billi dai Ratti della Sabina), marcette folkeggianti (“Il mare”) e episodi pop rock(“Il mio viaggio”), cosa che certamente non contribuisce ad rafforzare il senso di coesione del lavoro; lavoro che è, peraltro, scritto con gusto e popolato di melodie catchy e vivaci, con arrangiamenti convincenti e ben studiati che sopperiscono anche alle occasionali carenze della voce, non a suo agio su tutti i terreni.
A parte qualche scivolone (in particolare “Luci di speranza”, stucchevole pastone sentimentale che è forse l’unico momento davvero evitabile), l’ascolto prosegue tranquillo dalla prima all’ultima traccia di un disco che, per essere un esordio, è abbastanza maturo e curato. Manca ancora un po’ di coesione all’interno del lotto di canzoni, per evitare il rischio di risultare dispersivi e di perdere occasioni prendendo strade poco adatte, e soprattutto c‘è la necessità di lavorare sulla voce, che in alcuni episodi appare fuori contesto e priva di quella attitudine interpretativa che valorizzerebbe a dovere l’aspetto narrativo di un progetto come questo, ma globalmente “Burstazzo City” rimane un buon punto di partenza.
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La recensione Burstazzo City di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-25 00:00:00
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