Quello di Rigotto è una sorta di disco-gavettone, che bagna, diverte e rinfresca ma che, a seconda di dove ti prende, può farti anche un po’ male.
Artista multimediale, e quindi abituato alle variazioni prospettiche e ai cambi di registro, Paolo Rigotto decide di cambiare approccio analitico per il suo terzo album, abbandonando le panoramiche esterne d’osservazione che avevano connotato i suoi dischi precedenti per dedicarsi a una disamina intimista, surreale e irriverente della propria persona e, di riflesso, della società alla quale, forse suo malgrado, appartiene.
Come una specie di uomo-sonda il musicista piemontese parte per la tangente già dalla seconda traccia - “Sempre peggio” - ammiccando agli Skiantos più frontali (“Non c’è niente di peggio di un mediocre batterista / Non c’è niente di peggio di un avvocato comunista”) per poi proseguire lungo sbilenchi binari cantautoriali che fanno del sarcasmo e della giocosa profondità il loro punto di forza.
“Niente da perdere” rispolvera gli ultimi ’70, mescolando Vasco Rossi ed Enzo Carella, le sacrosante parole di Gandhi introducono la bughiana “Nonviolenza”, Paolo Conte viene trasfigurato dentro l’esotica ironia di “Vivalafrica” (“La Terra è cambiata e ci sono pianeti che fan lavorare anche i preti”) mentre “Lira di Dio” affratella addirittura Ennio Morricone e Papa Giovanni XXIII, e se la title-track giocherella con i Kinks per incorniciare un po’ di sana provocazione, “La vita eterna” si muove, rockeggiando, fuori dagli schemi e vince a mani basse (“Corro per rendere la vita meno eterna / Poi, tutto a un tratto, si ferma”). In “Ladro”, infine, torna il punk dissacrante di Freak Antoni mentre il finto cazzeggio di “Modernità liquidata” chiude cinicamente il disco con lo scrosciare di uno sciacquone.
Quello di Rigotto è una sorta di disco-gavettone, che bagna, diverte e rinfresca ma che, a seconda di dove e come ti prende, può farti anche un po’ male.
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La recensione Tabù di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-11 00:00:00
COMMENTI (1)
Bella Paolo!