Uno straordinario viaggio ad altezza d’uomo, un bagliore nel mezzo di un’esistenza plumbea, immagini e frammenti dell’animo a ricomporsi come tessere di un antico mosaico. Quattro ragazzi romani che sublimano gli angoli migliori della ‘tradizione’ post-rock, trovando la strada per toccare le corde del cuore e della mente. Nove cartoline di incredibile bellezza, aperte da “Tender to Lucy” nella dimensione strumentale, ai Moka sicuramente favorevole; brani diluiti che si insinuano con un incedere irresistibile in una narrazione post moderna e minimalista ai massimi livelli. L’apice viene toccato con “Condor self efficacy”, una suite in crescendo che ci trasporta elegantemente in una spirale senza ritorno, suggestioni e rituali di sogni passati si riflettono poi nel trip psichedelico della conclusiva “Excesses”, sintomo di un margine d’esplorazione sonora ancora in gran parte da intraprendere. L’unico brano cantato è “August: it’s not the right month” che non stona nell’insieme di un album magicamente realizzato, che si pone come degno contro altare delle produzioni ben più note come quelle dei Giardini Di Mirò o degli Ultraviolet Makes Me Sick.
Da avere!
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La recensione I plan on leaving tomorrow di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-16 00:00:00
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