Avevo - colpevolmente! - perso questo disco negli scaffali delle novità da recensire, mentre i successivi arrivi lo sovrastano e in alcuni casi prendevano il sopravvento. Il che non avrebbe reso giustizia a “Mini-skirt”, ennesima fatica discografica della sempre lungimirante Ammonia che, col tempo e le uscite, sembra voler differenziare un catalogo ormai non più incline esclusivamente allo ska e al punk.
E infatti con l’esordio degli Hormonauts il raggio d’azione si allarga al rockabilly, genere sempre sulla cresta dell’onda, anche solo per le innumerevoli ‘contaminazioni’, ma che mai ha goduto di particolare esposizione mediatica - almeno in Italia - nelle sue espressioni più pure. A memoria ricordo i più famosi Stray Cats e le recenti prestazioni della Brian Setzer Orchestra in ambito ‘mainstream’, ma di certo la penisola pullula di pochi quanto validi esemplari. Supponiamo quindi che Andy MacFarlane, Sasso Battaglia e Paolo Peddis (con la complicità di Enrico Zavalloni), siano la punta di un piccolo iceberg che col tempo si mostrerà quasi completamente.
Perché se il livello qualitativo è quantomeno simile agli 11 episodi del cd in questione, la voglia è di scoprire il resto il prima possibile. Il terzetto, infatti, scrive eccellenti canzoni originali che in alcuni casi hanno tutte le caratteristiche per assurgere a ‘classici’ del genere; si prenda la title-track, “The girl at the station bar”, “Hormone hop”, “Mojito Joe” e “I see two”, tutti brani che ricalcano gli schemi, evitando però la riproposizione pedissequa a favore di una rinnovata interpretazione. Gli Hormonauts, infatti, partoriscono anche acide cavalcate (“Hot rod tattoo”), movimentati swing (“A life time away”) e ballate ruffianamente country (“You just won’t go”).
Infine, coverizzano “Tainted love” con una versione tiratissima e “Lonesome train” in maniera molto più consona alle loro radici musicali - e alle nostre, quelle peninsulari, visto che a metà brano accennano con la chitarra il ritornello di “’O sole mio”.
Se non fosse chiaro, 11 canzoni non solo per gli amanti del genere: compratelo, perché saprà farvi divertire in ogni situazione.
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La recensione Mini-skirt di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-16 00:00:00
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