Brutale, selvaggio, sapiente. La Tosse Grassa è una certezza.
Poche le certezze nella vita: la coda all’ufficio postale, la pioggia nel fine settimana, i governi che tagliano il welfare perché ce lo chiede l’Europa, l’arrivo dell’imperdibile cofanetto pieno zeppo di inediti di qualche cadavere eccellente degli anni ’60-’70. Poi c’è Vanni Fabbri, meglio conosciuto come La Tosse Grassa che, puntuale come una rata dell’Imu, ogni anno sforna un album di dodici canzoni ricavate da un taglia e incolla selvaggio, arricchite da sproloqui abbondanti con tanto di bestemmie comprese nel prezzo.
“Tg4” non tradisce le attese, Fabbri è brutale come d’abitudine. L’Italia del ”Forza Juve, viva il duce, Vasco Vasco alé alé” è il nemico da irridere e sabotare, nessuna pietà – e ci mancherebbe altro – nemmeno per il conterraneo Diego Della Valle (“Tentacoli”), per il gioco d’azzardo (“Just cavalle”) o per le lacrime facili di Nassiriya (la cupa “Lutto nazionale”). Citazioni colte (dagli Areaa Rocky Roberts passando per Patty Pravo), figlie di un linguaggio stipato di amara ironia, diretto, feroce (soltanto da “Me la dai la D.I.” e “C’ho una persona dentro” emerge qualche timida morbidezza). Che si interseca con un suono a tratti animalesco, frutto di un’operazione studiata nei minimi dettagli.
Taglia e incolla, si diceva poco sopra, ovvero brani di proprietà altrui fatti a pezzi e poi rimescolati sulla scorta di una sapienza inaudita. “Tg4” contiene tutto e il contrario di tutto: i Duran Duran, Joe Jackson, la sigla de “L’Almanacco del giorno dopo” (una vera e propria ossessione…), la techno, la disco, il rock, il pop da classifica. No, non c’è nulla di nuovo all’interno del meraviglioso mondo di Vanni Fabbri, ma perché dovremmo esserne dispiaciuti? E che nessuno osi chiedere al musicista (musicista?) marchigiano di cedere di un solo millimetro: in fondo abbiamo tutti un estremo bisogno di certezze.
---
La recensione TG4 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-27 00:00:00
COMMENTI