Un disco folk in cui si viaggia al galoppo tra atmosfere country e riverberi dal gusto psichedelico (ma non troppo)
“Santo Bandito”, il secondo dei tre dischi da solista del siciliano Stefano Meli, è un viaggio polveroso e assolato tra strade deserte e piene di insidie. Quelle strade del vecchio west, o meglio ancora di una certa parte di Messico, dove può succedere qualsiasi cosa e dove nonostante tutto si continua a “galoppare” portandosi dietro un’irrinunciabile sentimento di libertà.
Dieci tracce acustiche in cui protagonista è la chitarra, utilizzata per lunghi e fluidi arpeggi in tutte le sue declinazioni: da quella acustica a quella elettrica che crea un’atmosfera distorta, psichedelica (ma non troppo), e un blues che diventa quasi un mantra grazie all’uso del delay.
Si parte dai fumi dell’alcool (sicuramente un whisky) con “John Barleycon’s Theme”, per proseguire con “Sky Road” e “My, Giotar & the Devil”, e arrivare nel mezzo al brano che dà il titolo all’album, più frizzante e movimentato, in cui entrano in scena anche le percussioni e la fisarmonica.
La galoppata rallenta e arriva alla fine con il brano “Mr Johnson’s Blues (the raven)", un chiaro omaggio al leggendario Robert Johnson, uno dei più grandi bluesman della storia musicale del novecento.
Un album da ascoltare sicuramente, anche se nella prima metà risulta un po’ monotono, ma si riscatta nella seconda parte con l’aiuto di variazioni ritmiche e armoniche più intriganti.
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La recensione Santo Bandito di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-09-19 00:00:00
COMMENTI (3)
Grazie Ornella per la recensione.
La recensione di Ornella Esposito su ROCKIT del "Santo Bandito"
La recensione di Ornella Esposito su ROCKIT del "Santo Bandito"