A distanza di poco più di un anno dall’esordio, torna sulle scene il ragazzo del buongiorno con una manciata di canzoni che vanno a costituire un ricco ep di pregevole fattura. Non cambiano le atmosfere e il mood dei pezzi, tutti centrati sulla dimensione acustica e sull’approccio lo-fi alla materia musicale. Costituiscono quindi l’ideale prosecuzione alle 13 tracce dell’opera prima, e sono stati – saggiamente! – raccolti a parte per favorire un ascolto più agevole, considerando il minutaggio comunque ‘generoso’ per un ep.
Senza poi considerare i contenuti extra, due tracce video di “Migratory boy” e “Hey! Little child”, quest’ultima scritta da Alex Chilton e ideale puntello per (cominciare a) definire le radici del progetto. Certo ai più giovani verrebbe molto più facile paragonare il nostro a Elliott Smith, a Sparklehorse e, finanche, a Ed Harcourt, viste le svariate similitudini. Ma a differenza di questi, Marco Iacampo non ha disposizione budget rilevanti, pur riuscendo nell’impresa di competere al livello degli artisti di cui sopra. E in ciò lo aiuta la sua capacità di essere polistrumentista tanto eclettico quanto originale, inventando trame semplici ma mai banali, che in alcuni casi vengono arricchite da un’elettronica povera nei mezzi ma essenziale nei risultati.
Passiamo ai dettagli: si parte con “Conference”, una di quelle canzoni che, con il suo andamento sornione, vorresti suonassero tutte le radio all’unisono appena sveglio/a la mattina. “Crashing memories” è invece di chiara ispirazione lennoniana, con il piano protagonista e la soave voce di Marco a seguire le note. “The soldier bleeds” è fatta di sola voce e chitarra, e altro non è che una splendida ninnananna. “4cd1” è invece una parentesi strumentale che anticipa la versione coughing di “Snowfall”, ennesimo affresco acustico al cardiopalma. Si riparte poi con “Hannover”, il pezzo più movimentato del lavoro - quasi una marcetta - dove fra tutti gli strumenti spicca una graditissima armonica.
Da qui in poi 3 tracce strumentali che chiudono il lavoro, di certo appetibile per tutti coloro che adorano il cantautore veneto e, più in generale, nutrono un debole nei confronti di certa musica.
P.S. Ricordiamo che il contenuto audio di questo cd è stato reso disponibile in download (nell’ormai classico formato dell’mp3) nei primi 10 giorni di maggio. Tutto ciò in barba a discografici e editori che considerano questa una scelta suicida relativamente alla promozione.
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La recensione Song=epitaph:outtakes (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-07-28 00:00:00
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