Tra reminescenze folk e Patti Smith
Una copertina in bianco e nero, un cavallo e due ragazze, un video un po' interlocutorio e un ep di sole tre tracce sono le uniche cose che abbiamo di Hira Lupe, ma bastano a farci accorgere di lei. Con quel primo brano "Black Horse", che si muove inquieto tra riminescenze folk e la Patti Smith meno punk, con la slide guitar a spingere l'itinerario più a ovest; più cupa e fiabesca "Dragon-man", che si nutre di tradizione per poi risputarla fuori, ma gentilmente, con garbo, trasformandola in qualcosa di nuovo. Convince un po' meno il ridondante psych-blues "Quandary", ma l'impressione è che, quando torneremo nuovamente a parlare dell'enigmatica Hira Lupe, potremmo farlo per qualcosa di molto bello.
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La recensione The Black Horse (Ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-30 00:00:00
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