Senhal
Bang 2014 - Cantautoriale, Rock, Indie

Bang

Prima esperienza di produzione per i Senhal, un gruppo di ragazzi giovani in bilico costante fra indie e folk e l'occhiolino strizzato al cantautorato italiano.

Prima esperienza di produzione per i Senhal, un gruppo di ragazzi giovani come l’acqua, che per provenienza coprono le distanze che separano Putignano (BA) da Bologna, in bilico costante fra indie e folk, con una lieve e crescente predominanza di quest’ultimo, e l’occhiolino strizzato al cantautorato italiano.

Fin dalla prima traccia – “Supernova” – risaltano strofe con forti richiami ai Negramaro, intrecciate con ritornelli le cui soluzioni armoniche presentano la forte impronta delle tipiche atmosfere de Le Vibrazioni. Influenze, queste, che caratterizzano in misura maggior o minore tutti brani del disco e che finiscono per penalizzare alcuni ottimi spunti di originalità. Si intravede, insomma, al di sotto di questa cortina citazionista una buona vena creativa che, se portata alla luce e sfruttata con cognizione di causa, potrebbe portare grande soddisfazione sia a questi giovani artisti che al loro pubblico. Tale creatività spunta, timida, in brani come “Senza vestiti”, “Gli Astri (delle repliche del tempo)” – che al sottoscritto rievoca atmosfere baustelliane – e nella allegra ballata folk “Superstiti”. Buoni i testi, scritti da Federico Intini e Donatello Deramo – rispettivamente voce e chitarra della band – che trattano con attitudine cantautoriale temi tipici di un’età complessa – i ruggenti vent’anni – nella quale il tramonto dei tormenti adolescenziali si scontra con l’alba dell’età adulta e di tutte le responsabilità, piccole e grandi, che essa porta con sé, aprendo le porte ad uno dei periodi più densi di cambiamenti che uomini e donne si trovano ad affrontare nel loro personale percorso di vita. Liriche semplici che, per quanto a volte ingenue, dimostrano di possedere un sostrato fertile meritevole di essere coltivato.

In poche parole, anche se il lavoro nel suo complesso risulta acerbo, c’è della buona materia prima sulla quale lavorare e ci sono buone prospettive di crescita per il futuro, se i nostri sapranno mantenere le loro menti obiettive e curiose nella ricerca della loro identità.

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