A chi serve oggi un disco come questo?
La condizione in cui navigano gli Enmicasa è, senza mezzi termini, quella del titolo. Vent'anni di carriera, due album alle spalle, mixtape, collaborazioni, un singolo finito addirittura nell'OST di "Fast & Furious", per bollarsi poi col nome di sopravvissuti. Un disco che tradisce di continuo sulla traccia l'amore e la passione per un certo tipo di storie. Scopo nobile, per carità, ma che sotto queste vesti non convince in pieno.
Il problema? La mancanza di strappi lirici che trasportino il flow su rotte interstellari, e una produzione che non suona mai troppo incisiva. O almeno, si rintracciano durante il percorso alcuni porti stabili (il feat. di Jamil, quello di Giso, le rime di Son Doobie degli storici Funkdoobiest, i beat di "La mia cosa" e "Conta solo quanto vali"), ma per il resto si fa tanta fatica. C'è uno scollamento evidente tra le storie che si vorrebbero raccontare e il modo in cui si prova a farlo, utilizzando un linguaggio vecchio, a tratti veramente brutto ("Il destino non ti restituisce il maltolto / puoi sbagliare ma ti danno dello stolto", o anche "La sete di potere ti lascia col palato asciutto / troppi serpenti / non ho mangiato il frutto", e potrei farvi altri esempi ma mi fermo). La sensazione è che gli Enmicasa, dopo tutti questi anni, continuino a regalare il cuore a questa musica, sacrificando ore libere e weekend per ritrovarsi vivi su una strumentale. Un approccio che merita rispetto, ma che, a conti fatti, non produce il risultato sperato.
Alla fine della fiera, la domanda resta: a chi serve oggi un disco come questo?
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La recensione III sopravvissuti di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-04 00:00:00
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