“The Glow” sa vendersi bene, si impone, ti prende, e alla fine piace un po’ a tutti.
Come se il rock, il pestare duro di cassa e rullante e gli arrangiamenti curati che snocciolano sequenze di accordi perfetti e impeccabili si immergessero nell’aria brumosa d’autunno, velata di tristezze ma ancora non disponibile alla resa. I Playontape giocano con atmosfere differenti sposando l’energia e la spinta del suono con la profondità di abissi oscuri in un percorso new wave dove il piglio deciso e la solidità di carattere hanno la meglio sul senso di sconfitta. Tra stilettate di chitarre nervose, accorgimenti elettronici e una voce densa di latitudini gelide, questo disco si muove, pulito e lineare, in un universo di soluzioni semplici nel risultato ma decisamente complesse nella genesi.
Già da “The Heat”, primo singolo dell’album, si coglie l’intensità delle trame sonore e al tempo stesso l’immediatezza, presenti in ciascuna traccia: impossibile trovare un angolo meno fitto, un intreccio etereo, un sussurro, come pure raro un esperimento che spinga lontano dalla forma canzone (strofa, ritornello, assolo, finale in crescendo). Su tutte spicca “There’s No Tomorrow” che parte come ballata malinconica per poi toccare il goth metal con la punta delle dita, e questo sfiorare il lato oscuro della forza capita sovente, in un costante equilibrio tra spiriti accesi e combattivi e circostanze complesse che muovono verso il freddo; capita in “Pandora’s Box” che non si fa mancare neppure intermezzi noise, il pezzo più tirato, poi arrivi a “Faith” e ti pare ancora più tirato, in una rincorsa di strumenti che fanno a gara per esplodere.
“The Glow” è un lavoro compiuto, completo, uno di quei lavori che non aspetta che qualcuno lo ascolti ma se lo va a cercare: insomma, sa vendersi bene, si impone, ti prende, e alla fine piace un po’ a tutti.
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La recensione The Glow di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-22 00:00:00
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