Un anno per carburare sul palco e poi via, verso il grande pubblico. Kiko, Erika, Nicola e Pasquale da Arezzo danno alle stampe il loro primo lavoro, l'ep "Qualcosa di vero". Si fanno chiamare Digitale Purpurea, come la fascinosa e misteriosa pianta che Pascoli decantò in una sua poesia. La band toscana presenta quattro brani, che danno una certa idea del suono della band: un rock semplice, orecchiabile, senza fronzoli. Ma se al primo ascolto il disco scorre bene, ad uno più approfondito comincia a sorgere un dubbio: dove vorranno andare?
Le energiche "Digitale purpurea" e "Oggi non è facile" rimandano al post grunge in stile Foo Fighters, "Sulla mia pelle" potrebbe stare bene in un disco dei Negramaro, mentre la titletrack "Qualcosa di vero" si rifà a quei suoni tanto cari a Luciano Ligabue. Rock diretto, certo, ma che dopo diversi ascolti lascia non poche perplessità nell'ascoltatore: diversi riferimenti lontani tra loro che però il gruppo non riesce a condensare in un unico, personale sound.
I Digitale Purpurea, dunque, sono una band che ha diverse cose da dire, ma che è ancora alla ricerca di una propria personalità per esprimerle al meglio.
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