Tutto fuorché il solito monotono disco di blues
Puntuale, a scadenza di tre anni, il ritorno dei Dirty Trainload, sanguigno duo guidato dal vocione di Bob Cillo. Questo terzo lavoro della formazione barese prosegue sulla scia dei precedenti, tra radici blues e attitudine assolutamente punk, senza tuttavia tenere separate le due strade, spostandosi di quando in quando in territorio-Hendrix, uno che l'antifona l'aveva capita molto molto molto tempo prima.
Ad ogni modo, basta anche un ascolto superficiale per capire che i Dirty Trainload questo genere non lo fanno per moda (o perché costa poco ai locali) e che anzi ne conoscono alla perfezione ogni sfaccettatura: e soprattutto nella seconda parte del disco (nella prima c'è qualche piccolo inciampo, come "John Hardy", con un riff veramente troppo simile alla gloriosa "Now it's gone" dei mod-revivalist Chords) si incontrano momenti notevoli, come "You only live twice", con una coda squisitamente lisergica, o "If I had possession over Judgement Day", che corre veramente come il treno che dà il nome alla band.
C'è spazio anche per un divertissment, la dissacrante "When the saints go marchin' in" in chiave slide distorta, e per l'incalzante garage-gospel di "Tractors downtown", con l'armonica a scandire magistralmente il tempo.
Insomma, questo "A place for loitering" è tutto fuorché il solito monotono disco di blues: e chi non conosceva i Dirty Trainload può senz'altro aggiungerli alla lista delle band italiane che si dilettano a reinventare il genere. Con ottimi risultati.
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La recensione A Place for Loitering di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-10-07 09:00:00
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